La coltivazione dell’avocado è tra le coltivazioni del momento. Sarà perché le colture arboree tradizionali (agrumi, drupacee) soffrono di continue crisi di mercato, sarà perché ben si adatta ai cambiamenti climatici, sarà, soprattutto, perché decisamente più redditizia ma l’avocado è un po’ sulla bocca di tutti gli agricoltori (soprattutto nel sud Italia) ed anche di chi vorrebbe diventarlo.
L’avocado (Persea americana) appartiene alla famiglia delle Lauraceae ed è originario dell’America Centrale; specie prettamente a carattere tropicale oggi, grazie ai cambiamenti climatici, è possibile coltivare l’avocado anche nelle zone più miti del bacino del Mediterraneo, soprattutto le varietà che sono state selezionate per essere produttive nei nostri areali. Si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, ma è bene evitare quelli eccessivamente argillosi o salmastri.
Perché l’avocado è così di moda e redditizio? Si tratta di frutto molto apprezzato dal mercato; ma perché?
L’avocado è effettivamente un frutto dalle eccellenti proprietà nutrizionali: 100 grammi di avocado contengono circa 150 calorie. Vi si trova un po’ di tutto: fibre, grassi buoni insaturi (omega 3 e omega 6), potassio, vitamine del gruppo B e K, vitamina C ed E.
Per quanto suddetto (e anche grazie a politiche di marketing decisamente azzeccate), da diversi anni ormai, l’avocado è uno tra i frutti esotici più ricercati, e i prezzi all’ingrosso e al dettaglio lo confermano: girando nei diversi mercati ortofrutticoli è difficile trovare l’avocado a meno di 3,5/4 euro al kg; non parliamo poi dei prezzi al dettaglio: nelle boutique della frutta ci si può imbattere in prezzi che vanno da 2 ai 5 euro al pezzo, per singolo avocado!
Considerate che, in media, un avocado pesa dai 300 ai 500 grammi e che, levata buccia e seme, la parte commestibile non supera il 50% del peso totale. L’avocado è decisamente una coltivazione redditizia!
Essendo una pianta esotica, il primo limite relativo alla coltivazione dell’avocado è il clima: sopporta al massimo temperature di – 3 °C. Ma nonostante tema il gelo, l’avocado si dimostra anche più adattabile degli agrumi e cresce bene nelle zone temperate del Sud e lungo le coste della nostra penisola. Teniamo presente che l’avocado ama il pieno sole e la luce intensa e, pur essendo una pianta sempreverde, presenta in alcune varietà, una filloptosi (caduta delle foglie) quasi completa in prossimità della fioritura.
L’avocado può essere anche coltivato in vaso, ma bisogna aver cura di proteggerlo durante l’inverno (tenendolo in serra o coperto con del tessuto) e sostituendo tutti gli anni il vaso, per garantire alle vigorose radici di trovare lo spazio necessario e potandolo spesso per mantenere le dimensioni della chioma adeguate al contenitore.
Il secondo problema relativo alla coltivazione di avocado è lo spazio: l’avocado è infatti una pianta a crescita rapida di medie dimensioni, vale a dire di circa 10 m di altezza che in condizioni ottimali possono diventare anche 15-20 m.
Inoltre, le varietà di avocado più diffuse sono caratterizzate dall’impossibilità di autofecondarsi anche se dotate di fiori ermafroditi. Allora come riesce a fruttificare?
Le cultivar di avocado vengono distinte in due gruppi: A e B; nel primo si ha la recettività del pistillo solo quando le antere sono piegate (le prime ore del mattino) e il polline non può effettuare la fecondazione, mentre nel secondo si verifica l’inverso; pertanto, per poter fruttificare, occorre la presenza di varietà di entrambi i gruppi per ottenere, quindi, l’impollinazione incrociata.
Si può considerare una pianta di rapido accrescimento; in tre anni, in condizioni ottimali, l’avocado raggiunge e supera le dimensioni di un agrume con oltre 10 anni di età. Le piantine innestate si possono porre a dimora sia in autunno che nel periodo di inizio primavera. Per l’impianto si possono adottare sesti dinamici 5 x 4 m per poi ottenere sesti definitivi di 5 x 8 m.
Riguardo alle necessità idriche, mediamente, si può fare riferimento alle esigenze idriche di un agrumeto. Quanto alle concimazioni dell’avocado, inizialmente dovrà esserci un maggior apporto di azoto mentre successivamente, avviata la fruttificazione, la pianta avrà più bisogno di potassio.
L’avocado necessita di limitati interventi di potatura, da eseguirsi la prima volta dopo diversi anni dal trapianto e successivamente solo saltuariamente al fine di sfoltire la vegetazione.
La specie è considerata abbastanza resistente agli stress, sia di tipo biotico che abiotico. L’avocado teme il marciume radicale e lo sviluppo di funghi nei pressi del colletto, favoriti dall’eccesso di annaffiature e dai ristagni idrici; segnalati casi di attacco da parte di mosche della frutta.
Info sull'autore